Graziano Romani Still Rocking
2023 - Route 61 Music
Amare Graziano Romani non è da tutti: da quando, innamorato della musica rock autentica, quella del primo Springsteen e di Cougar Mellencamp, mise insieme i Rocking Chairs, forse - o senza forse - la prima rock band USA style in Italia, la sua strada è sempre nel segno del rock più viscerale e autentico, suonato con passione e cantato con una voce inconfondibile, intinta nelle radici soul, come deve essere.
E Mescalina, che ha seguito le sue tracce fin dall'inizio (per esempio, qui o qui o qui), saluta con gioia il diciottesimo album del rocker emiliano, dal titolo quanto mai efficace ed eloquente: Still Rocking, quasi una summa del percorso dalle tracce ben visibili, tese a un'unica direzione. Infatti, fra le sette canzoni inedite, le tre del repertorio dei Rocking Chairs e una cover di Tom Petty esiste un legame strettissimo, rappresentato dalle dodici corde della sua chitarra, dalle corde vocali, più che mai soul rock, e dai "ties that bind" dell'amicizia con due dei componenti dei Rocking Chairs, Max Marmiroli e Franco Borghi, rispettivamente sax e tastiere, e con tre suoi stretti collaboratori, Lele Cavalli (basso), Nick Bertolani (batteria) e Follon Brown (chitarra elettrica).
Giusto, che non esista una title track, perché tutti i brani potrebbero intitolarsi Still Rocking: da tutti, infatti, trasuda amore per il rock, per le emozioni che regala, per la vita, presa così com'è, senza sconti; si ascolti la canzone che apre il lavoro, My Starless Sky, in cui Romani canta la difficoltà di resistere in un cielo senza stelle, ma, nel bridge strumentale, piazza un assolo di elettrica che sembra dare la carica per ripartire, senza barattare i sogni con le illusioni.
Il disco assume, fin dalle prime battute, la fisionomia quasi di un concept album su cosa significhi vivere una vita in musica, e trascrivere queste riflessioni in quadri di una vivida energia, sia che Romani scelga di volgersi al passato, coi tre brani dell'era Rocking Chairs, sia che si volga al presente, in quelli inediti.
E l'idea è vincente; la voce si muove con grande agilità fra riff energici (Kozmic Pendulum, un vero booster di vitamine) e ballate meditative (Land of Plenty and Sin, con un evocativo assolo di flauto), fra dichiarazioni di non resa (It’s Never Really Over, dall'atmosfera alla Van Morrison) e il delizioso levare di Right From Wrong, rivisitata in stile giamaicano. Fiati che non fanno rimpiangere gli E Street Horns (This Guy Lucifer, notturna e sinuosa il giusto, o Pure Lovin', col sax che dialoga con le voci), chitarre in riuscito equilibrio fra il rock e il soul (Wounds and Scars, dall'attacco indimenticabile, o la cover di Petty No Reason to Cry, perfetta nell'arrangiamento nostalgico, con quell'intreccio fra sax e fisarmonica), e per finire, i tasti trattati ora come strumento a percussione, ora come sottolineatura della voce ( la conclusiva, emozionante Truth Is Told): gli ingredienti vincenti per un disco di gran classe, suonato e interpretato con coerenza ed energia. Da ascoltare e riascoltare, in attesa degli imminenti live, in cui Romani, spirito libero, mantiene ciò che promette. Sempre. Da decenni. Come non amarlo?
A proposito di live. Questi i prossimi concerti:
8 luglio a Ceriana di Imperia, per Certe Note
20° RADUNO il 29 luglio alla Festa Parco Secchia a Casalgrande (RE)
2 settembre al club 'Il Giardino' di Lugagnano Veronese
3 settembre in piazza a Staranzano di Gorizia
24 settembre a Levizzano di Modena, Cà Berti sul palco all'aperto.
14 ottobre a Sabbioneta
Altre date TBA.